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Perchè una PMI italiana dovrebbe investire in Business Intelligence

Aggiornamento: 9 set 2019



Se è vero che in Italia le Piccole e Medie Imprese costituiscono la fetta di mercato più significativa del mercato complessivo (oltre il 75%), è vero anche che circa 760mila aziende dislocate in tutto il territorio italiano, non solo costituiscono il cuore pulsante dell’intera economia nazionale, ma si ritrovano oggi a dover competere in un clima estremamente ostile. Se a ciò si aggiungono le forti pressioni dovute da un’economia sempre più digitale e in rapida evoluzione, le previsioni si fanno ancor più ostiche.


In uno scenario come questo avere una visione chiara e definita del proprio business non solo è dovuto ma diventa un aspetto cruciale nel determinare il futuro stesso dell’azienda.


Con i dati tuttavia ed il loro corretto utilizzo è possibile non solo scongiurare tutto questo, ma garantirsi degli elevati standard competitivi.

Quotidianamente le aziende infatti vengono a contatto con una mole di dati tali che, se correttamente codificati, sono in grado di raccontare molto sul business e sui processi di un’azienda; una preziosa guida per i Project Manager che ne risulteranno facilitati nell’intraprendere azioni strategiche più consapevoli e mirate.


Con le soluzioni di Business Intelligence le aziende che ne hanno fatto uso hanno sperimentato all’interno della propria azienda una crescita esponenziale delle vendite e sono state in grado di promuovere relazioni significative con i propri clienti.

Non è un caso in effetti che l’immagine emersa del mercato della Business Intelligence da uno studio del Gartner è proprio quella di un mercato in forte espansione. Se però le grandi aziende a livello globale si sono dimostrate ad oggi più proattive nell’utilizzo di questi strumenti, le PMI tendono ancora a rimandare.


Ma perchè rimandare potrebbe rivelarsi un grande errore? A cosa le PMI stanno davvero inunciando?


Se è vero che oggi con le nuove tecnologie la raccolta dei dati è diventata di facile reperibilità (si pensi alle informazioni relative ai segmenti di mercato,ai profili demografici o banalmente ai dati relativi alle vendite) non è altrettanto vero che la raccolta dei dati in sé sia sufficiente. Raccogliere dei dati senza avere una chiara strategia sul modo in cui questi possano essere utilizzati può, non solo rendere lo sforzo invano, ma generare anche dei costi per l’azienda di non poco conto.


In una economia digitale che ha prodotto un mercato sovraffollato e saturo, l’unico modo per non implodere per le imprese è capire come distinguersi ma soprattutto avere la certezza di saper cogliere in maniera effettiva le aspettative dei consumatori.

Ed è qui che le soluzioni di BI giocano un ruolo fondamentale, perché in grado di consolidare i dati provenienti da più fonti in un unico vademecum in grado di spiegare in maniera precisa il modo in cui un azienda si posiziona sul mercato e verso quale direzione si sta orientando il consumatore al suo interno.


Anche la user experience in questa logica gioca un ruolo fondamentale nel garantire i migliori standard di qualità con una personalizzazione dell’esperienza e rimuovendo tutti i punti di debolezza del processo grazie ad una visione a 360° del processo decisionale che garantisca l’azione che porterà certamente l’utente a finalizzare l’acquisto.

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